Julia Butterfly e' stata estradata a Panama il 19
luglio a bordo di un aereo della Copa. La ragazza,
divenuta famosa in tutto il mondo per la sua
lunghissima occupazione di una sequoia negli Stati
Uniti, di cui scongiuro' l'abbattimento, era stata
arrestata martedì scorso insieme ad altri sette
attivisti, mentre protestava pacificamente di fronte
alla sede della compagnia petrolifera Occidental
Petroleum, che partecipa alla costruzione del
discusso oleodotto OCP in Ecuador.
Mentre non e' affatto chiaro il beneficio che
l'oleodotto possa portare all'economia equadoregna,
ci sono molti elementi che ne giustificano un
radicale ripensamento. Il tragitto attraversa aree
di grande valore ambientale nel cuore della foresta
pluviale amazzonica e zone vulcaniche ad alto
rischio sismico (con il conseguente pericolo di
sversamenti di petrolio in seguito a possibili danni
alle strutture). Il progetto è fortemente osteggiato
dalle comunità locali, che hanno tentato in ogni
modo di fermarne i lavori.
"E' inammissibile che manifestanti pacifici vengano
trattati come pericolosi criminali, per proteggere
interessi di un progetto che minaccia la foresta
amazzonica" ha commentato Sergio Baffoni di
Greenpeace. In Italia la "Campagna contro l'OCP" ha
chiesto all'Agip (che partecipa al consorzio) e alla
Banca Nazionale del Lavoro (BNL), che partecipa al
finanziamento, di ritirare la propria partecipazione
a un progetto assai discutibile.
Fonte: Greenpeace Italia
Su questo argomento
vedi anche:
Ecuador: non finanziate
quell'oleodotto
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