Era il 1986 quando a Chernobyl avvenne il più grave incidente nucleare della storia, i cui effetti interessarono gran parte dell'Europa e dell'ex Unione Sovietica, ma il pericolo non sembra ancora cessato.
Il Center for Ecology and Hydrology di Dorchester ha pubblicato una ricerca che interessa l'Inghilterra sulla rivista "Nature", la quale confermerebbe la presenza di alte dosi di cesio 137, l'isotopo radioattivo, sia nell'acqua che negli organismi vegetali ed animali, il cui decadimento è previsto tra oltre quindici anni.
Questo comporterebbe una restrizione ancora maggiore da quella indicata dagli scienziati in passato per quanto riguarda la coltivazione dei terreni contaminati. Il rischio maggiore lo corre l'ex Unione Sovietica, dove la riabilitazione delle risorse alimentari potrebbe avvenire tra oltre cinquanta anni.
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