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A questa conclusione è pervenuta una recente ricerca scientifica israeliana.
L'effetto dell'inquinamento atmosferico sui fenomeni climatici è materia di dibattito scientifico da decenni. In passato, i dati forniti dai modelli statistici avvaloravano l'ipotesi di un incremento delle precipitazioni piovose.
Il lavoro pubblicato sull'ultimo "Science" da Daniel Rosenfeld della Hebrew University di Gerusalemme è giunto a conclusioni diametralmente opposte. Secondo lo scienziato, la presenza di contaminanti nell'aria ostacola la trasformazione dell'umidità delle nubi sia in pioggia che in neve. Sulle particelle inquinanti di piccolissime dimensioni si condensa l'umidità ma queste "gocce" sono troppo minute per cadere a terra sotto forma di pioggia e congelano molto lentamente. Quindi dalle nubi inquinate piove e nevica più difficilmente.
Sono state le immagini satellitari a consentire la precisa identificazione delle aree ad alta concentrazione di inquinanti nell'atmosfera sovrastante alcune maggiori aree urbane. Quelle che meglio si sono prestate all'analisi di Rosenfeld provenivano dall'Australia, dove nell'atmosfera complessivamente pulita si distinguevano bene le scie di inquinamento a forma di pennacchio allungato.
Le misurazioni ottenute dal satellite hanno messo in evidenza che le precipitazioni sia piovose che nevose presenti nelle nubi normali erano praticamente abolite in quelle contaminate, benché anche in quest'ultime la quantità totale di umidità fosse sufficiente a produrre pioggia o neve.
I risultati riportati rappresentano la prima evidenza diretta dell'impatto dell'inquinamento urbano e industriale sugli eventi meteorologici, e data l'entità del problema non è difficile immaginare che tali effetti si verifichino ormai su scala globale. Tanto più in quelle aree dove, a differenza che in Australia, l'atmosfera è diffusamente compenetrata da un aerosol di inquinanti, tanto che non è quasi possibile identificarne la traccia.
Fonte: "Science"
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