Dido
L'intervista
Il singolo White flag, in rotazione nelle radio da numerose settimane, è già garanzia del fatto che il secondo album di
Dido, inglesina bon ton che sembra vivere in una beauty farm, sarà ancora un successo.
Stessa voce sospirata, dolce, con melodie che non si scordano facilmente. Life for rent ovvero, Una vita in affitto è il seguito del boom di No angel, uscito in America, aiutato dal film Sliding doors, la cui colonna sonora conteneva il brano Thank you poi campionato da
Eminem. Una serie di circostanze che hanno fatto progressivamente lievitare le quotazioni della bionda sorella di Rollo, uno dei componenti della band britannica
Faithless. Insomma, Life for rent in uscita il 26 settemnbre -dovrebbe essere quel disco che solitamente negli artisti scatena la sindrome del secondo album. Ciò nonostante
Dido, ospite del Festivalbar, appare serafica.
<Life for rent è la canzone che mi piace di più nellalbum e per questo lho scelta per dargli il titolo spiega la trentaduenne cantautrice -. Con questo vorrei dire che prendo la vita per quello che offre e vorrei essere felice così, anche se non è tutto certo e sicuro. In questo periodo della mia vita sento di non aver paura dei cambiamenti. E non voglio vivere sugli allori.>
Sarebbe stato facile dopo aver venduto più di 12 milioni di copie con No
angel
Sì, in effetti è così, ma non lho permesso. Ho voluto essere realistica: il primo album è stato un fenomeno, del tutto folle e che non aspettavo. Però mi ha dato grande libertà, ho potuto sperimentare di più, sono andata in cerca di nuovi generi. Devo dire che sarei stata più preoccupata, nel lavorare al nuovo album, se il primo fosse stato un insuccesso, perché allora sarei partita svantaggiata, avrei avuto difficoltà a trovare il giusto beat, temendo di replicare il fiasco.
La sorpresa rispetto al successo era dovuto al fatto di appartenere alla famiglia
Faithless?
Io del resto sono solo la sorella minore di Rollo, per cui non è che ci fossero grandi aspettative. Al tempo stesso però ho potuto lavorare come in disparte, mentre tutti erano occupati a fare altro. Ha giocato a mio favore quella libertà che si era creata per me. Così anche per Life for rent: tutti mi dicevano che dovevo superare la pressione del pubblico e della casa discografica. In realtà mi sono comportata come per No angel: ho continuato a lavorare per fare la musica migliore che potevo, ma in modo defilato.
Oggi considera la sua vita in affitto, prima lavorava per pagare un affitto: come si sente oggi?
Ho paura a pensare cosa farei se non facessi musica. Non è che prima non fossi felice, del resto avevo un lavoro come agente di commercio e ho lavorato anche per una casa editrice. Ora però ora capisco cosa significhi davvero essere felici, è duro immaginare la mia vita senza avere tutto questo.
No angel è stato promosso dal 1999 al 2002: si può anche arrivare a odiare un disco
E stato obbiettivamente un lunghissimo periodo di tempo. Del resto lalbum era stato pubblicato negli Stati Uniti e quando Eminem ha utilizzato Thank you nel suo brano Stan, il fenomeno è stato incontrollabile. Sono stata conosciuta anche a casa mia, nel Regno Unito, e tutto il resto non potevo prevederlo. Non riesco a capire come tanta gente abbia comprato il mio disco solo per quello che hanno suscitato i 6 giri di Stan. In fondo è stato meglio così: il successo è arrivato senza troppa fama.
Che intende dire?
Successo e fama sono due cose diverse. Successo è fare ciò che ci piace, la fama può arrivare anche senza merito. Nel mio caso, quando ho cominciato a essere conosciuta, ero abbastanza pronta e con una band intorno a me. In più, non avere avuto troppa fama, mi consente di viaggiare da sola e vivere liberamente.
Anche per questo disco ha avuto vicino suo fratello?
Lavorare con mio fratello è la ragione per cui sono così felice. Alla fine di ogni giornata sono contenta di condividere quello che ho fatto, ascoltando i suoi consigli o quelli di Maxi Jazz o Sister
Bliss, che mi preparano sempre i backing sounds. Non lavorerei con lui se non pensassi che è il miglior produttore. Inoltre mi piace latmosfera che si crea in studio.
Quali sono stati i riferimenti musicali per questo album?
Ho voluto ascoltare molto folk, rap, i classici americano come Joni
Mitchell, Neil Young. Del resto nella mia famiglia non si ascoltava molta musica. Questo disco è il frutto dei miei gusti personali, maturati anche nel corso degli ultimi anni. Ho composto i pezzi inizialmente in un luogo appartato, poi, per motivi familiari sono tornata a casa a Londra. Qui ho scritto le undici tracce con pianoforte e chitarra: ha poi collaborato non solo mio fratello ma anche Rick Nowels che già aveva lavorato in No angel alla produzione. Per i testi ho raccontato me stessa e chi sta intorno a me: lamore, gli amici, le cose semplici della vita.
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