Patrizia
Di Malta
L'intervista
'Vite possibili' è un'atmosfera e una condizione dell'anima. L'album di Patrizia Di Malta, che presenta qui il lato più profondo della sua personalità, è ricco di equilibrio, maturo, sia nei contenuti che nello stile musicale. La voce è forse più sensuale e avvolgente che in passato e si mescola al gelo delle sonorità elettroniche, in alcuni casi psichedeliche. La vena è cantautoriale, di chi si guarda indietro ma vuole correre ancora.
'Vite possibili' (Milano 2000) è il secondo album da solista di Patrizia Di Malta, prodotto da Fred Ventura e Enrico Colombo (alias Bedroom
Rockers).
Nella memoria collettiva di molti Di Malta è ancora l' icona pop anni Ottanta che cantava 'Tropicana' o 'Anni Ruggenti' davanti a palmizi in gomma piuma.
La sirena sensuale è ormai cresciuta: oggi è una donna che ha saputo scegliere, anche se un percorso difficile e rischioso. 'Vite possibili' parla di evoluzione interiore e di scelte, abbraccia la malinconia senza rimpianti. E' ricco di ispirazioni colte - 'Mantra' , ad esempio, nasce dalla passione per il libro 'Trilogia della città di K' - , di ambientazioni visionarie, come 'Gocce', costruito su una base lounge.
Patrizia Di Malta si guarda dentro e fuori, e incornicia, nel libretto delle canzoni, frammenti del suo volto nel corso degli anni, accanto a quello di sua figlia Anita, una sua piccola fotocopia.
<So di avere un piccolo pubblico che mi segue, ma forse è meglio così - dice - Non so dare nome alla musica che faccio ora. Ma certo la musica è specchio di un'epoca. Di certo non canto me
stessa>
Cosa hai pensato quando hai pubblicato questo album?
Che è stata una scommessa, con me stessa prima di tutto, visto che lo considero l'album della maturità. Scegliere una strada cantautoriale è certo impegnativo: del resto amo le cose impossibili, altrimenti non mi diverto.
In qualche modo senti che il cliché 'Tropicana' e 'Anni Ruggenti' di Gruppoitaliano ti abbiano segnato?
Sto uscendo ora da questo problema, o meglio quello che è diventato un problema. Gruppoitaliano è stata una bellissima esperienza, ma in un certo senso mi ha chiuso molte porte, come se io non riuscissi a fare altro che cantare in costume brasiliano. I discografici all'epoca spinsero molto perché continuassimo su quella linea, ma noi ci rifiutammo: tutto quanto criticavamo con ironia e divertimento - il potere dei media e della pubblicità - non era l'unico messaggio che volevamo lanciare. Avevamo altri progetti, ma in nome delle richieste del mercato ce li bocciarono tutti. Ho preferito dire basta. Ma questa scelta ha certamente pesato.
I brani di 'Vite possibili' sono in effetti un resoconto di quanto successo in questi anni al tuo privato....
Sì, ne parlo un po' in tutto il disco, in particolar modo in 'Vite possibili' e 'Effetto speciale'. Mi sono guardata allo specchio, e per molti anni mi sono sentita responsabile di un'immagine e di un progetto 'superficiale', anche se non lo era, mentre sentivo di avere tanto da dire.
'Sono come te' è pensata per tua figlia e per il ruolo di genitore: come racconti la tua generazione?
Ho pensato subito a 'Father and son' di Cat Stevens, che amavo molto da adolescente, e io ovviamente stavo dalla parte del figlio. Oggi la mia generazione di genitori si sente più vicina ai propri bambini. Ho pensato di duettare con Raffaella Destefano dei Madreblu, alla quale ho chiesto di interpretare il ruolo di figlia. E' nata una tale intesa che l'album contiene due versioni: una arrangiata da Ventura e Colombo, e una solo per chitarra, registrata in diretta a Patchanka a Radio Popolare.
Album minimalista ma molta passione comunicativa: come si conciliano i due aspetti?
La musica, così come il cibo, sono esperienze sensoriali. Amo molto la diversità delle culture, ad esempio dei cibi e delle sonorità etniche. Tutto questo è riflesso di come sono io: ho voglia di comunicare ma con una espressività più essenziale.
Hai mai pensato di promuovere 'Vite possibili' all'estero, traducendo i testi in inglese?
<Le prime esperienze discografiche da solista le ho tentate in inglese. Il problema è che ti scontri con il mercato. Per esprimere quello che voglio, inoltre, mi trovo più a mio agio con l'italiano, che è una lingua ricca ed emozionale. Chissà, se trovassi qualcuno in grado di tradurre i testi nel modo ce più si avvicina ai significati che l'italiano esprime, potrei riprovarci...
L'immagine di copertina ti ritrae in movimento: corri o scappi da qualcosa?
Corro verso qualcosa di nuovo, scappando. E' una foto che vuole ritrarre i miei timore, i miei dubbi, come dice la massima che cito all'interno: <I migliori affondano nel dubbio, mentre i peggiori sono pieni di incrollabile fervore>. Non sopporto tutti quelli che sono pieni di certezze...
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