Baixinho
L'intervista
<Vedi? Questa è la mia famosa grattugia! Me la porto dietro da
vent'anni, e suona ancora benissimo!>. La musica di Baixinho ha anche i suoni di una grattugia, di piccole padelle, di attrezzi del cuoco, di un bidone di plastica in cui si raccoglie il vetro riciclato. Ma esalta il
berimbau, il surdo, le congas, il pandeiro (tamburo) e i campanelli
('agogo'), che danno il ritmo a basso, chitarre e tastiere. Impossibile stare fermi a guardare.
Tutto questo è
'capoeira', antica disciplina brasiliana di cui Baixinho è maestro. Canto, ballo e varie esibizioni sono concentrati nel doppio album di
Baixinho, 'FuZuè' (Vitaminic/edel), realizzato con undici musicisti e con gli arrangiamenti di Kal dos
Santos. Una prima parte infuocata di brani diversi, in cui pulsano le diverse anime e le ricchezze del
'nordeste brasiliano'; la seconda è più morbida e sofisticata.
E' infatti una raccolta di sei remix di pezzi del musicista ad opera di alcuni dj della nuova scena (Tommy Bass, Roller Inc, Maniaci dei dischi, Seldom seen e Famiglie Ground), un modo per unire idealmente l'elettronica più fredda con i suoni più semplici e naturali, quali sono le mille percussioni della
capoeira.
<Questo disco è una storia, la storia di una vita - dice Baixinho, che vive a Milano dal 1987 e che dirige l''Academia di Capoeira', nel quartiere Isola - Ci sono cose belle e brutte, ma io penso che anche nelle cose brutte c'è il bello. La mia vita inizia in Brasile, a 15 anni ho cominciato a praticare la capoeira. Sono diventato maestro e questo è quello che faccio da sempre. A Milano sono riuscito a fondare l'Academia, perciò questo disco racconta questa storia, la
mia>.
Una passione, quella della capoeira, che a Milano e in Italia sta trovando sempre più fans: piace l'intreccio di danza, gioco, lotta e acrobazia che mette radici a Bahia nel XVII secolo, quando gli schiavi di origine africana esprimevano così la loro sete di libertà. Oggi capoeira - in Brasile è sport nazionale - significa energia e spirito libero, corpo in armonia con lo spirito e musica che celebra la gioia di vivere. Come 'FuZuè', che significa 'caos,
confusione'.
<Ho iniziato con un allievo, ma oggi a Milano ne abbiamo più di seicento>, dice Baixinho, che tenta di trovare una definizione per il genere. <La capoeira è uno stile di vita, è un impulso dell'adolescenza, è la sapienza dell'adolescenza, che non invecchia mai dentro di
noi>.
I remix della seconda parte, così tecnologici, paiono in contrasto con tanta naturalezza e freschezze della prima. <Devo dire che i remix non fanno parte della mia cultura - dice Baixinho - ma è una bella dimostrazione che tutti vogliono crescere, che tutti stiamo crescendo. E sono contento che questi dj vogliano farlo con miei brani>.
Un disco che non dimentica i contenuti sociali, memore delle proprie origini.
<Nell'album parlo di diritti umani, che oggi purtroppo non contano molto - spiega il musicista, che parla italiano con un divertente accento portoghese - La persona nella società non può essere valutato su quello che ha, ma su quello che è. E' banale, ma nel mondo vale più l'economia dei diritti>. Non a caso sono frequenti le esibizioni e i concerti di Baixinho votati a cause umanitarie. Potere alla musica? <La musica è lo strumento migliore per aggregare le persone e per diffondere i valori importanti - spiega - Anche il calcio lo è, ma credo che musica abbia più potere. Nella musica non esiste
colore>.
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