John
Mayer
L'intervista
<Sono cresciuto con il blues e per me è come un elmetto che ci si mette in testa prima di andare a
'combattere', prima di salire sul palco. Poi, dopo aver ascoltato tanto blues, mi sono reso conto che lo interpretavo in un altro modo, forse è l'approccio che è diverso>.
John Mayer ha appena 25 anni, un andamento dinoccolato e un look anni Cinquanta, nelle camicie svolazzanti stile cocktail generation. Il suo disco d'esordio, già acclamato negli stati Uniti, è 'Room for
square', una raccolta di tredici canzoni molto acustiche, dalle melodie curate e dagli arrangiamenti sofisticati.
<Ho pensato a questo titolo perché mi piace pensare che nella vita c'è spazio per tutti e per tutto - dice
John, cresciuto nel Connecticut e poi trasferitosi ad Atlanta, dove ha cominciato a suonare nei locali - Anche in musica non voglio essere intransigente, amo tutti i generi e tutti gli stili, ma ho scelto di crescere come musicista e cantautore>.
In effetti la strada del cantautorato è stata intrapresa molto presto da Mayer, incurante delle vie semplici del pop.
<Quando ero un ragazzino volevo diventare il miglior chitarrista del mondo! - dice senza falsi pudori - e ho lavorato per provarci! Però, al tempo stesso, mi piaceva cantare di quello che osservavo e di poter raccontare qualcosa in cui tutti potessero riconoscersi. Raccontare la mia vita, negli anni, come episodi a sé, con la musica che cambia a secondo delle stagioni. Ma - aggiunge - con la possibilità per tutti di immedesimarsi in quello che dico. Un viaggio con chi mi ascolta e che, spero, possa ascoltarmi
sempre>.
Il disco, piacevole, che scorre veloce tra le tracce, è stato prodotto da John Alagia, già dietro a successi di Dave Matthews. Il suo è un rock melodico che non si impenna mai ma che dà spazio all'ascolto di note e testi.
<Sono stato felice di lavorare con Alagia - dice Mayer - mi ha dato fiducia e ho lavorato in libertà. Ma al tempo stesso era in grado, sapendo già come doveva venir fuori il disco, di darmi i consigli
giusti>.
Gli idoli e i punti di riferimento di Mayer sono chiari: Jimi
Hendrix, Buddy Guy.
<Sono un fedelissimo della chitarra Fender, come loro - spiega entusiasta - perché la chitarra elettrica è più poetica, mentre se suonassi la
Gibson, tenderei a essere sulla scia dei Led Zeppelin!>.
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