Pete Yorn
L'intervista
Quasi naif. Non sembra darsi gran pena, Pete Yorn. Sa bene che le sue canzoni parlano da sole e prima o poi qualcuno le avrebbe notate. <Sono un batterista, di base - spiega - e quindo costruisco tutti i pezzi da un ritmo. Poi interviene la melodia, ma il brano l'ho già in testa nel suo incedere>.
Di questo disco, dice, è orgoglioso. <Sono molto contento, perché sapevo il mio obiettivo: non volevo incidere un disco radiofonico ma che la gente fosse interessata ad ascoltarlo>.
Un disco, il suo, che potrebbe sembrare un country rock alternativo ma che svela dettagli interessanti. <Sono pazzo per il Brit-pop e, ovviamente, per i Beatles - confessa il cantautore - Credo che il fenomeno Beatles sia stato fondamentale per la storia del rock. Hanno segnato uno spartiacque da cui oggi non si può prescindere. Nel mio disco ho cercato di fondere la tradizione brit con quella americana>
Il rapporto con le donne è spesso al centro della sua attenzione. <Sono romantico ma a volte sembro cinico - si racconta Yorn - solo perché non amo raccontare l'amore in modo sdolcinato. L'amore può essere anche duro, come racconto in 'Just
another', dove cerco di pensare alla fine di una relazione. I primi anni sono dedicati a fare di tutto per stare insieme, gli ultimi per cercare di uscirne>. La vena intimista non pretende però di spiegare i meccanismi dell'essere. <Non voglio spiegare me stesso e non avrebbe senso per nessuno. I testi, le parole delle mie canzoni sono solo un mezzo per raccontare alcune particolari emozioni, e per far uscire allo scoperto quelle più
nascoste>.
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