Simple Minds
L'intervista
Un bel ritorno, quello di Simple
Minds. La band di Glasgow è uscita dalle nebbie in cui erano immersi: gli ultimi anni Novanta erano stati dedicati a qualche 'Best of' e poco più, episodi che facevano pensare alla fine di un'epoca. Ora, innamorati pazzi
dell'italia, che frequentano per piacere, oltre che per tournée, i Simple Minds hanno confezionato un disco con la collaborazione dei giovani Planet
Funk. E il risultato, a volte, è perfino dance. Intatta la voce di Jim
Kerr, che si racconta.
Bentornati. Ma che è successo in questi anni?
Dopo tanti anni di concerti e di dischi, ci siamo trovati tre anni e mezzo fa, a non aver più voglia di fare musica, nemmeno di ascoltare musica. Allora mi sono posto due domande. La prima: mio Dio che sta succedendo? La seconda: forse è normale, è fisiologico per una band che ha avuto successo per molto
tempo...allora abbiamo fatto un po' di autoesame, per capire se ormai Simple Minds erano un'esperienza finita. Magari si trattava di un cerchio che alla fine si era chiuso.
L'Italia ha aiutato i Simple Minds a risorgere?
Da venti anni vengo in Italia, e Taormina la conoscevo già bene.. A Taormina i sensi ritornano vivi! Dopo "Neapolis" mi rendevo conto che andavo sempre più a sud. Così, nei giorni bui, ho cominciato a sentirmi meglio in Sicilia, mi è tornata la voglia di ascoltare più musica. Taormina mi ha aiutato molto così quel ciclo che credevo interrotto è ricominciato. Ho coinvolto ragazzi siciliani con i quali abbiamo ripreso a fare musica e anche giocare a calcetto. Abbiamo cominciato a scrivre un paio di canzoni e mi sono detto: ce la posso fare.
Il disco sembra in effetti pieno di gioia..
Credo di aver realizzato un disco sì pieno di gioia ma soprattutto dove ho ricominciato a provare passioni. I primi demo li ho registrati in Sicilia, li trovavo freschi!
Ecco dunque la collaborazione con Planet
Funk..
Molti pezzi di questo album Simple Minds sono di Planet Funk, è vero! E' un gruppo che mi piace molto, già interessato al genere degli anni Ottanta: noi, i New
Order, i Depeche Mode. Oggi c'è un ritorno al passato ma con un piglio più fresco. Non è un viaggio nostalgico, abbiamo ripreso quel controllo che avevamo perso.
E' difficile, dunque, malgrado i vantaggi, essere una
rockstar?
Quando diventi una rockstar, tu stesso e il gruppo diventate un'industria e paradossalmente la musica viene in secondo piano. Ora però siamo tornati entusiasti di nuovo; sentiamo il peso del passato ma non sentiamo più quello delle discografiche.
La cover vi rappresenta sul palco: è il segno tangibile del ritorno?
Rappresenta quello che siamo e quello che saremo, e forse quello che siamo sempre stati, una live band.
Perché
'Cry'?
Era una parola semplice, per una musica compatta. A volte il titolo dice tutto, qui si trattava di un nome corto, semplice, che esprime insieme felicità e dolore.
C'è sempre musica e impegno per Simple
Minds?
Ora sono senza parole...so come mi sento per quello che vedo nel mondo ma non so cosa dire sui bombardamenti e le guerre in corso. Quando ho scritto 'Belfast child' il tema era sempre lo stesso. Cambia lo scenario geografico ma i problemi sono gli stessi. Non è che sono disinteressato ma penso che la gente oggi non ascolterebbe. Forse è questione di cogliere il momento giusto.
L'amore per Taormina porta altri frutti: un hotel, a quanto pare..
Sì, l'estate 2003 aprirò una pensione con 20 stanze, stile Romantic
hotels; si chiamerà Villa Angela e sarà sulle colline dietro
Taormina..una vista stupenda..
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