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Musica per i golosi

a cura di Francesca Mineo

 

 

 


Beth Orton

L'intervista

La profondità delle radici folk incontrano la fragilità di Beth Orton, 32 anni, eterea cantautrice inglese originaria di Norwich. Un rock delicato e acustico che accoglie beat elettronici, per una fusione suadente di ritmi e tradizioni. In 'Daybreaker' (Heavenly/EMI), il suo terzo album, Beth Orton ha trovato l'accordo perfetto tra la sua voce, alla maniera di Suzanne Vega, e la composizione matura di una donna che vuole raccontare la complessità delle relazioni umane, l'incertezza del futuro, i dubbi e i sogni di ognuno.

Oggi è la più amata in Gran Bretagna e la più temuta dalle 'concorrenti' americane, per la delicatezza del canto, la profondità dei testi, l'equilibrio perfetto tra rock e innovazione musicale. Beth Orton è in grado di raccogliere l'eredità di grandi cantautrici come Emmylou Harris, Rickie Lee Jones e Joni Mitchell. La storia di Beth Orton inizia con l'incontro con il produttore e musicista William Orbit, che a metà anni Novanta le indicò la strada, mentre i Chemical Brothers, leader indiscussi dell'house mondiale, si invaghirono della bellezza della sua voce, inserendola, campionata, in vari brani del loro repertorio. Tuttavia, dopo una parentesi come solista nel gruppo di free jazz Red Snapper, Orton ha cominciato a camminare sulle proprie gambe. Dopo l'esordio con 'Trailer park' (1996) è 'Central Reservation' del 1999 l'album che afferma Beth Orton come una promessa del cantautorato internzionale. 'Daybreaker' rappresenta un ulteriore passo avanti nella carriera di una cantautrice il cui fisico è provato dalla magrezza: Beth Orton soffre infatti di una intolleranza alimentare, fin da bambina, che la costringe spesso a periodi di pause. Non tragga in inganno, tuttavia, l'aspetto fragilissimo di Beth Orton: due anni di lavoro, dopo una lunga tournée mondiale, sono serviti per confezionare un album che non delude.

 

Daybreaker' appare più omogeneo rispetto ai precedenti album. Sente di essere cresciuta professionalmente?

Mi sento più sicura e matura, sento di aver voglia di parlare di questo album, cosa che in passato non accadeva. Ero sempre insicura del mio lavoro, avevo bisogno dell'approvazione degli altri. Ora invece sento di aver realizzato un bel disco, che risponde alle mie aspettative, anche se era nato come un esperimento: volevo pensare solo alla musica, a ciò che mi piaceva, senza pensare ad alcuna implicazione commerciale o ai gusti possibili del pubblico.

 

La natura è protagonista di molte delle dieci canzoni.

Sì, perché ho voluto descrivere i temi dell'album, che sono la speranza, le aspettative, l'amore, il tempo che passa, con immagini della natura. Ho scelto 'Daybreaker' a simbolo del sole che sorge al mattino, del nuovo giorno che inizia, dellla musica che si ascolta al tramonto. Oppure, ad esempio, 'Concrete sky' è un brano che parla dell'amare e dell'essere amati, del peso delle proprie aspettative e insicurezze: il cielo può essere simbolo di leggerezza o, al contrario di sensazioni pesanti e insopportabili, come fosse una superficie compatta, un coperchio.

 

Partecipano all'album, come sempre, William Orbit e i Chemical Brothers. Quali ricordi ha della lavorazione del disco?

Ho ricordi molto belli, di giornate trascorse insieme, lavorando ma anche ridendo, scherzando e bevendo una birra. E' stato un momento di grande serenità. Orbit e i Chemical Brothers, come sempre, riescono a creare qualcosa di 'magico': la loro partecipazione, i loro suggerimenti, sono per me sempre molto preziosi. Ero sicura, quando ho chiesto la loro collaborazione, che non mi avrebbero delusa: volevo inserire cori, arrangiamenti e sonorità che solo loro avrebbero potuto scegliere e collocare all'interno dei brani nel modo migliore.

 

Nella ballata 'God Song' si ascolta la voce di Emmylou Harris. Che cosa a provato, lavorando accanto a una icona del folk?

E' stato molto emozionante, avevo conosciuto Emmylou Harris durante il tour del 1999. Pur essendo una semplice partecipazione ai vocals, Emmylou è stata in grado di portare con sé tutta la sua anima, la sua essenza. Chiunque lo può percepire.

 

Quali sensazioni vuole trasmettere al pubblico, con questo album?

Serenità, pace, amore per la natura e ciò che ci circonda.


 

 


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