Natasha
Atlas
L'intervista
Con
entusiasmo Natasha Atlas racconta i suoi esordi.
<Ah,
come mi divertivo! Dei Trasglobal Underground ricordo prima di
tutto il divertimento: mi manca molto quella sensazione di
libertà, di poter creare senza preoccupazioni. Mai un mal di
testa. Con Jah Wobble, invece..ero una ragazzina, non mi rendevo
neanche conto dovero. Ero una vocalist come altre.. ero molto
naif..>
E
ora, come va il mal di testa?
<Adesso
cè, eccome! Quando si è responsabili in prima persona di
quello che si fa, si possono avere delle belle emicranie>
Già
lalbum Gedida, del 99, è stato un successo.
"Ayeshteni", in uscita a breve, rafforza il suo stile
personale
non la rassicura tutto questo?
<Allinizio
della mia carriera avevo bisogno d sentirmi legata a una categoria
e di essere confinata in qualche casella. Questo però mi ha
creato molti limiti. Ora ho imparato a esserlo, faccio quello che
mi piace senza preoccuparmi troppo di come potrebbe essere
recepito dagli altri>
In
questo nuovo lavoro canta un brano in inglese. E un fatto raro,
pur essendo quasi londinese adottiva. Perché?
<A
dire il vero è capitato così. La lingua araba lho trovata,
per il mio genere di musica, più musicale di quella inglese, che
lo è altrettanto. Era il mezzo con cui riuscivo a esprimermi
meglio. In più resto legata alle mie origini>
Nellalbum
cè anche un remix firmato da Nitin Sawhney
<Certo,
gliel ho chiesto io! E un autore che stimo così tanto
.
Contrariamente a me è riuscito, fin dallinizio, a non essere
legato ad alcun stereotipo, a categorie o schemi. La sua è una
musica di forte impatto soprattutto perché lui stesso è un uomo
profondamente libero. E un maestro per me>.
Ha
mai avuto problemi, per la sua musica o il suo ruolo, con qualche
spirito fondamentalista?
<Nel
mondo islamico non ho mai avuto problemi, anche perché credo di
essere vissuta come un enigma: arrivo dal nord Africa ma sono
cresciuta in Europa. Tuttavia ho avuto quattro copertine delle
principali riviste in Egitto. Del resto io credo di non offendere
nessuno con la mia musica.
Questo
disco coniuga in modo interessante vecchio e nuovo. Come adattate
al contemporaneo suoni di strumenti antichi?
<Nel
disco abbiamo utilizzato molti strumenti tradizionali, gli archi,
loud, molte percussioni. Sono in realtà strumenti molto
flessibili se suonati da buoni musicisti. Diventano versatili e
adatti a generi musicali lontani dalla tradizione: possono dare
suoni jazzati, swing, oppure blues>
La
sua musica è innovativa ma lei canta sentimenti universali
<Sì,
per lo più le mie sono canzoni damore, sulla natura; cerco di
dire alla gente di vivere serenamente, senza prendere le cose
troppo sul serio>
Cosa
risponde a chi pensa che il suo stile, così come poteva essere
quello dei Transglobal Underground, danneggi le radici del folk?
<Dico
che si fa presto a lamentarsi quando non si sa neanche da che
parte cominciare! Chi dice questo è forse qualcuno che ama
lamentarsi a sproposito. In realtà è un modo per andare avanti
guardando però indietro. Se si aspettano che io mi vesta da
araba, beh, lo trovo razzismo allincontrario!>
Londra
è un ottimo luogo per creare il nuovo..
<A
Londra effettivamente è più facile lavorare nella musica, è un
luogo dove circolano molte idee. Il tempo è brutto, gli inglesi
per questo non hanno molto da fare
in qualche modo devono pure
divertirsi!>
La
passione per la musica è isolata in famiglia?
<No,
ho un paio di zii in Egitto che suonano, uno in un gruppo
tradizionale e uno più pop. Tutti sono interessati alla mia
carriera. E poi sono sempre in ansia: se non telefono
regolarmente, cominciano a farlo loro.. pensano che mi sia persa
in qualche tournée
>
...ancora
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