"Il medico del futuro non somministrerà medicine, ma coinvolgerà il paziente nella cura della struttura e delle funzioni dell'organismo umano, nell'alimentazione, nelle cause e nella prevenzione delle malattie".
(Thomas Edison)
Le parole di Edison si sono rivelate profetiche tant'è che attuali statistiche riportano un crescente desiderio collettivo in Occidente di una medicina "a misura d'uomo" a cui molti medici stanno cercando di dare una corretta risposta. Infatti l'ultimo ventennio è caratterizzato da un continuo "fiorire" di metodi alternativi o paralleli alla medicina ufficiale, alcuni riscoperti o rivalutati come la medicina cinese o quella ayurvedica; altri invece, più recenti,
maggiormente considerati rispetto al passato come l'omeopatia, la fitoterapia, la cura con i fiori di Bach. Ma quale è il filo conduttore che lega tutte queste vere e proprie medicine caratterizzate da rigorose metodologie diagnostiche e terapeutiche? E' quello di essere "naturali" e non tanto solo perché usano prodotti e metodi tratti dalla natura per curare l'essere umano malato, ma perché considerano l'individuo prima di tutto appunto un "essere naturale" provvisto di una globalità corpo - spirito, corpo - mente, corpo - emozioni da privilegiare sempre sia nello studio delle cause di malattia sia nella loro cura.
Due sono i principi presenti pressoché in tutte le medicine alternative: privilegiare il diritto di chi è malato e sofferente ad essere curato come una "persona" e non come un "caso clinico"; curare senza provocare danni (come purtroppo spesso fanno i farmaci della medicina cosiddetta ufficiale) stimolando la "forza guaritrice" insita in ogni individuo, vuoi con gli aghi dell'agopuntura, i rimedi dell'omeopatia o della medicina ayurvedica, le erbe della fitoterapia.
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