Fin dagli albori dell’umanità, in una sorta di spinta primordiale, l’essere umano ha sempre cercato nella natura, soprattutto vegetale, il rimedio ad ogni suo male. Le tradizioni culturali di svariati popoli antichi, infatti, ci tramandano numerose ricette erboristiche più o meno miracolose per quella o quell’altra malattia tante volte, però, con una giustificazione di base più magica che effettivamente terapeutica (vedi ad esempio l’Orchis, pianta adatta a rianimare le facoltà virili perché la sua radice ha due bulbi somiglianti grossomodo ai testicoli).
E’ dal secolo XIII che la fitoterapia (cura con le erbe) finalmente assume un ruolo medico a tutti gli effetti con la "Scuola Medica Salernitana", via via nota a quei tempi in tutto il mondo per i suoi maestri medici e le loro ricerche scientifiche sull’effettiva terapeuticità di molte erbe. In quella scuola infatti si posero le basi metodologiche di classificazione, di preparazione, di utilizzo, di terapeuticità o no, di effetti collaterali o tossici di svariate specie vegetali con i rispettivi riferimenti a molte
malattie.
Attualmente la fitoterapia è una vera e propria medicina, più complementare che alternativa, e vedremo qui avanti quali sono i differenti utilizzi dei rimedi erboristici differenziandoli anche per metodologie di preparazione e quanto può essere utile intervenire prontamente, anche in una sorta di "autocura", con un’erba piuttosto che un’altra all’iniziale presentarsi sintomatologico di svariati disturbi sia corporei sia psico - emotivi.
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