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Dentifrici: un test per misurarne l'aggressività (02/10/2012)

 

Ci sono molti tipi di dentifrici in vendita, in crema, in gel, contro la placca, disinfettanti, sbiancanti, protettivi contro l'attacco degli acidi, contro la carie, per le gengive sensibili, ma quale pulisce bene, e quale non rovina lo smalto?

I ricercatori del Fraunhofer Institute for Mechanics of Materials IWM in Halle, in stretta collaborazione con il Microtribology Centre µTC in Karlsruhe hanno deciso di sviluppare una tecnica per analizzare meglio di quanto fino ad ora fatto, in modo più certo e più rapido l'effetto abrasivo che il dentifricio svolge sullo smalto dei denti.

Dato che l'immagine dei denti ha un'importanza sociale e spesso influisce sui rapporti con gli altri, sia di lavoro che non, la capacità di pulire i denti e l'influenza del dentifricio su di essi è molto importante anche per chi produce i dentifrici.

La particelle pulenti di un dentifricio rimuovono la placca in modo meccanico, ma questo non dovrebbe avvenire in modo troppo aggressivo per non danneggiare lo smalto che non è in grado di rigenerarsi da solo. Questi danni sono più visibili nella dentina morbida, infatti, se il colletto dei denti è più scoperto l'Associazione dei Dentisti Tedeschi raccomanda l'utilizzo di un dentifricio meno aggressivo.

L'aggressività di un dentifricio dipende dalla durezza, dalla quantità e dalla dimensione degli additivi, come la silice o l'allumina, che contiene. L'abrasività è misurata in RDA, radioactive dentin abrasion, con una scala che va da 30 a più di 200.
Questo valore è determinato attraverso un complesso processo che comprende dei misuratori che spazzolano campioni di dentina resi radioattivi.
La misura del materiale abraso avviene attraverso misure della radioattività,ma non tutti gli esperti condividono la validità di questo metodo perché i risultati variano da un laboratorio all'altro.

I ricercatori dell'IWM hanno scelto un altro metodo di misurazione, privilegiando un approccio che renda possibile determinare i tassi di abrasione e di caratterizzare l'interazione tra spazzolino, smalto e dentifricio. In più, spiega il Dr. Andreas Kiesow che ha coordinato il gruppo di ricerca all'IWM, il nuovo metodo è più rapido e semplice rispetto al metodo basato sulla radioattività, che viene anche realizzato solo un numero molto limitato di strutture nel mondo.
Lo scienziato ed il suo gruppo sono riusciti a determinare, l'abrasione di diversi dentifrici su di una scala microscopica ed a misurare i valori di frizione utilizzando attraverso esperimenti microtribologici. Il Dr. Kiesow spiega che, fino ad ora, o valori tribologici come il coefficiente di frizione, non esistevano.

Per realizzare le misurazioni i ricercatori hanno utilizzato diversi dentifrici prodotti dai partner industriali di questa ricerca, li hanno sciolti in una soluzione con acqua e saliva per ricreare una soluzione della stessa consistenza di ciò che si ha in bocca quando ci laviamo i denti. Con strumenti tribologici specifici hanno quindi passato lo spazzolino campione per 8.000 volte con movimenti sia rettilinei che circolari.
Strumenti ad alta sensibilità hanno poi misurato la profondità dei microsolchi lasciati sulla superficie dei denti.

Le misurazioni hanno dimostrato che l'abrasività è misurata dalla profondità dei solchi lasciati ed ha permesso di valutare il rapporto tra frizione, comportamento delle setole sullo smalto ed abrasività del dentifricio. Da qui nasceranno i nuovi disegni delle setole, degli spazzolini e dei prodotti per igiene dentale.

Peccato, per tutti noi, che non sia reso noto l'indice di abrasione dei dentifrici che stiamo per acquistare.

Per saperne di più
Fraunhofer-Gesellschaft

( MDN )


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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