contemporanei: Richard Dorfmeister e De-Phazz, Tricky e King Britt, MJ Cole e Masters at Work.
Le canzoni trattate sono complessivamente dodici, e quasi altrettanti i performer originari, ivi comprese alcune autentiche eleggende del jazz: per esempio l'inimitabile Billie Holiday (l'unica a comparire due volte) e poi Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Nina Simone, Shirley Horne e Carmen McRae. La domanda che, come sempre, anche in questo caso sboccia spontanea, è molto semplice: perché non ascoltare i temi originali, invece di affidarsi a queste rielaborazioni zeppe di cacofonie e di tumpff-tumpff? E la risposta è, anche questa, altrettanto semplice: perché così vuole la moda corrente imposta dai club e dalle discoteche di tutto il mondo. Ma, premesso tutto questo, occorre anche dire che, in questo caso, l'operazione è condotta con un gusto e una "leggerezza" difficilmente reperibili altrove. E, tanto per dirne una, riascoltare la Nina Simone di "See-Liner Woman", remixata dai Masters at Work, provoca perfino un piccolissimo brivido di piacere lungo la schiena. |