stretto come una riga di
pigiama, altri giovinotti che trincano birra - rigorosamente chiara
- e guardano il palco. Un po' per riflesso condizionato, stile cane di Pavlov, e un po' perché laggiù, sotto una raffica di fasci di luce violentissimi, è già comparsa la Diva della serata: Alanis Morissette, di passaggio a Milano per presentare il suo nuovo lavoro - "Under rug swept", Maverick, in uscita il 22 febbraio prossimo - e, appunto, per registrare lo show per Mtv, programmato per la sera di venerdì 8 febbraio. E' tutta vestita di nero, la ventisettenne chanteuse di Ottawa, e pare una furia scatenata. L'esatto contrario della fanciulla angelica, soave e sorridente, incontrata soltanto poche ore prima, per scambiarci qualche impressione a proposito del suo nuovo lavoro: abbastanza usuale nelle musiche ma assolutamente strepitoso per l'interpretazione e, soprattutto, per i testi. E dunque, meglio concentrarci su questo secondo aspetto della personalità di Alanis.
Miss Morissette, le canzoni del suo nuovo lavoro sono undici, ma gira voce che all'inzio fossero addirittura trenta. Come ha fatto la selezione?
"Un po' con l'accetta, almeno all'inizio. Infatti è stato facile passare da trenta a diciassette, ma poi, da dicissette a undici, ho patito le pene dell'inferno. Perché le sei escluse erano - sono - buone, molto buone. Le utilizzerò di sicuro in un prossimo Cd, o magari in un Dvd, chissà...".
Il titolo - nascosto sotto il tappetino, all'incirca - è molto scarno e secco: l'esatto contrario dei testi delle canzoni, che sono molto ricchi e articolati...
"E' vero, ma entrambi questi aspetti mi rappresentano in pieno. Infatti, per me, scrivere canzoni è un po' come ingerire il siero della verità! Il titolo, poi, lo trovo assolutamente azzeccato: è tratto da "Hands clean", il mio primo singolo, quello che presenterò anche al prossimo Festival di Sanremo. Sempre che mi vogliano...".
Ci mancherebbe altro! Ma parliamo un po' della prima canzone dell'album: "21 things I want in a lover", 21_cose che voglio da un amante... Potrebbero essere pochissime, ma anche troppe...
"E' vero._Posso solo dire che un anno fa, dopo la rottura del mio fidanzamento, mi ero messa a tavolino e avevo compilato una lista di qualità necessarie: non soltanto per un uomo, il "mio" uomo, ma anche per me. Vabbè, le ho contate... ed erano 723mila!!! Un po' troppe, e allora le ho ridotte fino a ventuno, che ho messo sotto forma di domande: vedi tutto come un'illusione? ma godi di tutto come se non lo fosse? sei consapevole in politica? e sei consapevole di avere dentro di te sia il principio maschile che quello femminile? credi nella pena di morte? Eccetera...".
Interessante! E adesso, qualche mese dopo la stesura del testo, non vorrebbe aggiungerne altre?
"Oh, sì! Per esempio la spiritualità, l'amore e la cura per se stessi, il coraggio... Oh, my God! Di questo passo, rischiamo di ritornare a 723mila!!!".
Ma no, cerchiamo di fermarci prima. Per esempio, che mi dice della spiritualità?
"Che è il mio obiettivo primario. E che è una qualità completamente diversa dalla religiosità, perché va a cercare l'essenza stessa delle cose. Io, per esempio, non credo di essere religiosa, almeno nel senso tradizionale del termine. Però, in maniera molto sincretica, vado a ricercare "the best" di tutte le religioni, al fine di ritornare all'Uno. E questa, per me, è la spiritualità!".
Passiamo alla seconda canzone dell'album, "Narcissus". Vi è rappresentato un uomo "generico" oppure un uomo "specifico", qualcuno che lei ha conosciuto, frequentato , magari amato?
"La seconda ipotesi è quella giusta! "Narcissus" è una sorta di compendio degli uomini con cui ho avuto a che fare negli ultimi anni: diciamo sette o otto in totale, fra fidanzati, amici e compagni di lavoro. Ma, anche in questo caso, "Narcissus" è una sorta di specchio di me stessa, perché non posso negare che sono sempre stata io ad attrarre questo tipo di uomini, e ad esserne tremendamente attirata. Ma, per fortuna, ora le cose stanno cambiando, sto scoprendo dentro di me altre qualità._Che, certamente, mi serviranno per attrarre persone molto diverse...".
Sempre a proposito di uomini, in "A man" c'è il ritratto di un uomo "crocifisso da tante donne arrabbiate". Chi è?
"E' mio fratello, e questa canzone è la risposta a "Narcissus" da una prospettiva strettamente maschile. Mi piace molto!".
E' molto bello anche quel passaggio di "Precious illusions" in cui racconta di aver speso troppo tempo a sopravvivere, piuttosto che a vivere. Che cosa intende per sopravvivenza? E quando e come ha fatto il grande salto dalla sopravvivenza alla vita?
"Sopravvivenza, per me, è spendere un sacco di energia in cose inutili, in sofferenze assolutamente evitabili: cosa che ho fatto per tantissimo tempo. Almeno fino a quando sono andata in India, qualche anno fa. Ci sono andata per trovare mio fratello gemello, che lavorava nel centro di Madre Teresa di Calcutta._Poi, per conto mio, sono andata a Calcutta, Varanasi, Bombay, Bangalore, Bodhgaya, il luogo dove il Buddha raggiunse l'illuminazione..._Lì c'è stato il punto di svolta".
Un altro punto di svolta è racchiuso dentro "Utopia", la canzone che ha composto - dicono - dopo la tragedia dell'11 settembre...
"In realtà l'avevo composta nove mesi prima, sulla base di alcune faccende personali, tanto per cambiare..._Però è vero che l'ho dedicata alle vittime di quella immane tragedia, è vero che intendo condividerla con quanta più gente è possibile. Diciamo che, per me, quella canzone è una specia di "mappa dei comportamenti" da mettere in pratica nella vita quotidiana. E io credo che se tutti ci comportassimo in questo modo, beh... il mondo sarebbe molto migliore. Ma, ovviamente, non voglio trinciare giudizi!
D'accordo, miss Morrisette. Ma senza cadere nella trappola del giudizio, ci può dire tre modalità da tenere bene in mente?
"Molto volentieri. La prima è la spiritualità, la consapevolezza che in questo mondo - in questo universo - siamo tutti profondamente connessi l'uno con l'altro. La seconda è la consapevolezza dell'abbondanza in cui siamo totalmente immersi. La terza è la tolleranza, la possibilità di accettare che gli altri non siano d'accordo con noi.
Namaste!"
|