rapporti di burrascosa affettuosità), è stata per molti anni "prima arpa"
del Teatro alla Scala. Un ruolo
che l'ha gratificata moltissimo, ci mancherebbe altro, ma che ora
non vuole più per sè: perché, da qualche anno ormai, si dedica a
una musica essenzialmente "crossover", un po' di classica
e un po' di New Age, un po' di rock, un po' di jazz e un po' di sana
enfasi cantautorale, grazie soprattutto alla voce che le vibra in
gola, molto armoniosa, evocativa e "pulita". Proprio in
questo senso si muove il disco che ha appena finito di registrare
con l'apporto determinante di Lucio "Violino" Fabbri: di
cui però, scaramantica com'è, non vuole per ora rivelare nè il
titolo nè i particolari, visto che non ha ancora firmato alcun
contratto con nessuna casa discografica. E dunque, per fare concerti
in giro per il mondo, e ne fa tantissimi, si affida ancor oggi al
lavoro realizzato un paio d'anni fa per la Cgd East-West. Che visto
il titolo che reca in copertina - "Anima" - è anche il
"passe-partout" ideale per entrare a pienissimo titolo
nella sezione musicale di "Mybestlife".
L'intervista
Signora
Chailly, da che cosa è nata questa sua "conversione" alla
musica New Age?
"Da
una mia determinazione molto forte e, oserei dire, quasi cieca: che
è figlia a sua volta del mio tema natale, e soprattutto dell'avere
sia l'Ascendente che la Luna nel segno dell'Ariete. Aldilà
dell'astrologia, e in maniera più concreta, è dovuta anche
all'insopportabilità dell'ambiente "classico", con tutte
le sue ipocrisie e le sue stupide gelosie, e alla mia voglia di
seguire sempre e comunque il mio istinto. Che poi, almeno per me, è
il motore essenziale per farmi sentire appagata e in pace con me
stessa".
E
quando e come è successo tutto questo?
"In
California, una decina d'anni fa, quando ho cominciato a dialogare
compiutamente con la mia "voce interiore". Ma, a pensarci
bene, direi che tutto è nato e cresciuto di pari passo con me,
perché già da piccolissima praticavo lo yoga e il Tai Chi Chuan,
che è forse la più antica delle arti marziali cinesi. E poi,
parliamoci chiaro, l'arpa, arcaica e "sacra" com'è, non
può forse essere intesa come la "voce dell'anima" per
antonomasia?".
E'
vero, ma da qualche tempo in qua lei utilizza anche l'arpa
elettrificata...
"Certo,
ma questo è soltanto un modo per avvicinarla alla sensibilità di
chi ascolta la musica soltanto in discoteca. E' un po' quello che
fanno, da altri punti di vista, musicisti come Talvin Singh, Asian
Dub Foundation e Cornershop: che magari remixano i canti della
tradizione classica indiana con i rumori della contemporaneità".
Da
quanto mi dice, mi par di capire che anche il suo nuovo disco si
muove su traiettorie di questo tipo...
"Più
o meno sì. E' un'esplorazione sui "generi" e dentro i
"generi", con una visione essenzialmente pop. E' un lavoro
di sintesi, dove convivono in piena armonia Giacomo Puccini e il
blues, la techno e la trance dance. E' un'avventura molto
sperimentale e ancor più ambiziosa, dove, per la prima volta, la
mia arpa ha un'enfasi tremendamente rock, e la mia voce un'emissione
fortemente evocativa, quasi celtica. Per farla breve... mi piace
tantissimo!". |