raggruppati dentro la cosidetta "Scuola genovese":
Luigi Tenco, nato nel 1938 (a Genova, appunto), morto suicida nel 1967, nel mezzo di una sciaguratissima edizione del Festival di Sanremo (la motivazione ufficiale, vergata su un biglietto trovato nella sua stanza d'albergo, parlava di un'incomprensione della giuria: che bocciava la sua "Ciao amore, ciao" per promuovere canzonacce come "Io, tu e le rose" e "La rivoluzione"). Ora, grazie all'instancabile interessamento di Enrico De Angelis - socio fondatore di quel Club di buongustai della musica che proprio da Tenco ha preso il nome - questa lacuna viene finalmente colmata. Grazie a un disco (doppio) che riordina la bellezza di cinquanta straordinarie canzoni di Luigi. Da quelle dei primissimi passi ("Giurami tu", "Vorrei sapere perché", "Mai", "Notturno senza luna") ai capolavori dell'età matura: "Mi sono innamorato di te", "Lontano lontano", "Se stasera sono qui", "Vedrai vedrai", e tantissime altre ancora. |